10 Marzo 2017 di Redazione Social

Ieri, ad Ancona è crollato un altro ponte.

Dal 2014, i casi di ponti crollati in Italia sono stati ben 5, e sono trascorsi soltanto tre anni. Ma qual è la causa di questi continui crolli?

Come ha scritto La Stampa, la risposta a questa domanda sarebbe il cemento armato, o meglio, il calcestruzzo armato. Un materiale inventato nell’800 e di cui non conosciamo l’effettiva durata! Sono trascorsi troppi pochi decenni per stabilire se sia un materiale valido o “eterno“, e a quanto pare, non è così. La Stampa ha scritto: “I ponti moderni sono costruiti in calcestruzzo armato, una miscela di cemento, acqua, sabbia e ghiaia che viene ‘armata’ con sbarre di ferro e acciaio“. Ecco quali sono i problemi: questi materiali sono facilmente indeboliti dall’azione dell’acqua e dai punti troppo deboli. Senza contare un’aggravante da non sottovalutare: siamo in Italia, dove vige una lunga tradizione al risparmio di tempo e denaro.

Ma quali sono i casi precedenti degli anni scorsi?

Il primo, è quello del 7 luglio del 2014 ad Agrigento, quando crollò il viadotto Petrulla lasciando ferite quattro persone.

Il secondo caso avvenne pochi mesi dopo, a Palermo, l’1 gennaio 2015: crollò il viadotto Scorcivacche inaugurato appena una settimana prima. Fortunatamente in quel caso non furono coinvolto veicoli e non ci fu nessun ferito.

Terzo crollo: Lecco, Brianza, 28 ottobre 2016. Crolla un cavalcavia già seriamente compromesso ad Annone Brianza. Passa un tir da 108 tonnellate e muore un uomo. Poche ore prima, l’Anas aveva segnalato la caduta di calcinacci. Da quel momento, sono intercorse numerose verifiche e provvedimenti per quanto riguarda i permessi riguardanti il trasporto di carichi speciali.

Quarto caso, 23 gennaio 2017: crolla un ponte in Calabria, il Fiumara Allaro, fortunatamente non c’è nessuna vittima.

Quinto caso, quello di ieri, 9 marzo 2017: crolla un ponte ad Ancona, lungo l’A14. Causa due morti e feriti.

Foto via: www.ilgiorno.it

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